Le Griffiths III possono essere utilizzate per una varietà di scopi.
Ambito clinico. In primo luogo sono utili per valutare il livello e il profilo di sviluppo del bambino, al fine di comprendere quanto sia in linea con quello di bambini della stessa età o se sia presente un ritardo in una o più aree. Sono inoltre molto indicate in tutte quelle situazioni in cui è importante monitorare nel tempo lo sviluppo del bambino, ad es. nei follow up di bambini con patologie o difficoltà peri o post natali, al fine di identificare eventuali atipie del profilo di sviluppo. Costituiscono poi, attraverso l’individuazione di punti di forza e debolezza del profilo globale, un valido strumento non solo per pianificare interventi abilitativi o riabilitativi, ma anche per monitorare periodicamente gli esiti di un trattamento e ripianificarne i nuovi obiettivi.
Contesti scolastici. Possono essere utilizzate per la valutazione, la pianificazione di interventi educativi, l’identificazione precoce di bambini a rischio e l’organizzazione di piani didattici personalizzati per bambini con problemi generali o specifici dell’apprendimento e bambini con disturbi dello sviluppo.
Valutazione neuropsicologica e contesti forensi. Contribuiscono alla determinazione dell’attendibilità della testimonianza e alla programmazione dell’intervento attraverso la valutazione dell’impatto a livello cognitivo, psicologico ed evolutivo del danno cerebrale e di altri disturbi neuropsicologici dello sviluppo.
Ricerca. Si rivelano d'aiuto per definire profili evolutivi indicativi di diversi disturbi infantili, stabilire l’impatto degli interventi nel corso del tempo, intraprendere studi longitudinali per tracciare e monitorare lo sviluppo del bambino nel tempo e confrontare lo sviluppo di bambini in contesti interculturali e in diversi paesi.
Le Griffiths III si basano su un modello integrato di sviluppo, concepito come costituito da vari domini che interagiscono influenzandosi reciprocamente e determinando l’evoluzione del bambino. Per questo motivo sono costituite da 5 scale che coprono altrettanti ambiti dello sviluppo del bambino.
Scala A. Basi dell’apprendimento. Valuta quegli aspetti che durante la prima infanzia rappresentano i prerequisiti delle capacità di apprendimento e che favoriscono un positivo percorso scolastico: abilità cognitive di base per l’apprendimento, aspetti del pensiero, differenti tipi di memoria, il gioco.
Scala B. Linguaggio e comunicazione.Misura lo sviluppo linguistico globale del bambino, che include l’uso e la comprensione del linguaggio e l’utilizzo del linguaggio per comunicare socialmente con gli altri.
Scala C. Coordinazione oculo-manuale.Valuta le abilità fino-motorie, la destrezza manuale e le abilità visuo-percettive.
Scala D. Personale-sociale-emotiva.Valuta i comportamenti che costituiscono lo sviluppo iniziale delle abilità personali (emergenza del concetto di sé), sociali (interazioni e interesse verso l’altro) ed emotive (comprensione ed espressione emotiva, capacità di assumere la prospettiva dell’altro, empatia, ragionamento morale e teoria della mente) del bambino.
Scala E. Grosso-motoria.Valuta il controllo posturale, l’equilibrio, la coordinazione corporea generale, la coordinazione visuo-spaziale, la forza e la resistenza, il ritmo e la sequenzialità motoria.
Grazie a questa struttura le Griffiths III consentono di ottenere informazioni relativamente a ciascuna area dello sviluppo considerata (ogni scala può essere utilizzata anche singolarmente), di tracciare un profilo di sviluppo in termini di punti di forza e di debolezza, ma anche di avere un’indicazione del livello di sviluppo globale del bambino.
Le informazioni sullo sviluppo del bambino ricavate attraverso le Griffiths III provengono da più fonti: una parte deriva dall’osservazione diretta dei comportamenti e abilità che il bambino manifesta spontaneamente durante la sessione di valutazione; una parte proviene dalla valutazione diretta del bambino attraverso la somministrazione di prove da svolgere con specifici materiali; infine, una parte delle informazioni è ricavata da quanto riferito dai genitori.
Il campione finale di standardizzazione italiano delle Griffiths III è costituito da 841 bambini con sviluppo tipico di età compresa fra 1 e 72 mesi, ed è suddiviso in fasce di 1 mese. Il campione clinico è costituito da 70 bambini (6 mesi e 5 anni e 11 mesi) con diagnosi di ritardo evolutivo, disabilità intellettive, ritardo del linguaggio, ritardo motorio e sviluppo atipico connesso alla nascita pretermine.
I punteggi grezzi di ciascuna scala e il punteggio generale di sviluppo sono trasformati nei seguenti punteggi standardizzati: punteggi età equivalente, punteggi ponderati, quozienti di sviluppo, punteggi stanine, percentili.
Le norme sono state costruite seguendo la procedura dell’inferential norming, una tecnica che oltre a consentire di raggiungere livelli di accuratezza simili a quelli dei campioni tradizionali con numerosità inferiori, permette di ottenere norme continue (di mese in mese) sulla fascia d’età considerata e quindi di seguire, senza lacune, la curva di sviluppo del bambino.
Particolare cura è stata posta nella predisposizione delle situazioni stimolo e dei materiali da utilizzare durante la valutazione, al fine di rendere la valutazione dello sviluppo il più ecologica possibile. Per questo motivo tutti i materiali sono stati creati per essere quanto più simili a quelli che il bambino usa nella sua quotidianità: quiet book (libro di stoffa), costruzioni, incastri, scatoline dei cubetti, asta con anelli, pelouche, pasta da modellare, perline da infilare. In questo modo viene proposta una valutazione in contesti di gioco, che ha proprio il senso di far sentire il bambino a suo agio e di mantenere alta la sua motivazione per la durata della valutazione.
Nel 1954, Ruth Griffiths avanzò la sua teoria sullo sviluppo dei bambini piccoli, Avenues of Learning. Ella credeva che si dovesse comprendere il bambino come un tutto e che, per comprenderne il funzionamento, fosse necessario integrare informazioni raccolte attraverso l'osservazione, l'assessment psicometrico e direttamente dai caregiver. Gli studi di Ruth sullo sviluppo del bambino culminarono nella pubblicazione della prima versione delle Scale, le Baby Scales, nel 1954. Queste permettevano la valutazione dello sviluppo dalla nascita ai 2 anni, in cinque dominii (avenues) dell'apprendimento: locomotorio, personale-sociale, udito e linguaggio, coordinazione mano-occhio, performance.
Ruth ricevette molte richieste di estensione delle scale ai bambini più grandi. Per rispondere a questa esigenza, le Baby Scales furono sottoposte a revisione e ristandardizzate, e negli anni '60 furono sviluppate le Extended Griffiths Scales. Queste coprivano una fascia d'età dalla nascita agli 8 anni, e includevano una sesta scala per i bambini dai 2 anni in poi, ragionamento pratico. Un ulteriore bisogno di revisione portò, nel 2006, alla pubblicazione delle Griffiths Mental Development Scales - Extended Revised (GMDS-ER).
Considerando la Extended Revised come la seconda revisione delle Griffiths, si è chiamata Griffiths III questa nuova edizione.
Le Griffiths III rappresentano, nel solco della tradizione diagnostica iniziata da Ruth Griffiths, un aggiornamento dell'assessment per le nuove generazioni di bambini. Esse mantengono, infatti, quelle caratteristiche che hanno consacrato il successo di questo strumento nel corso degli ultimi decenni, facendone un gold standard nella valutazione dello sviluppo dei bambini molto piccoli (cfr. Journal of Pediatrics and Child Health, 48 (11), 1004–1009).