Indice
Prefazione
Prologo
Introduzione
1. Discrepanze, stratificazione della conoscenza e giudizi collettivi fuorvianti
1.1. Considerazioni cautelative e primi suggerimenti per i clinici
1.2. Le criticità degli strumenti di misura e l’interpretazione superficiale dei dati
1.3. Affrontiamo brevemente la criticità del concetto di “discrepanza” e di QI
1.4. Prime brevi considerazioni sul concetto di “modulo”: il modello di Fodor reinterpretato
Inserto #1. Modelli che cercano spiegazioni e rimedi attraverso l’integrazione di conoscenze Oriente/Occidente. Modi diversi di esprimere l’empatia
1.5. Inquadramento delle disabilità centrali e proposte di intervento
1.6. Il profilo del testista: critica di Shallice alla psicologia “ultracognitiva”
1.7. Paradossi e comportamenti contraddittori: Heisenberg, Gödel, Tarski. La necessità di stratificare la conoscenza
1.8. Organizzare i dati clinici in base alle teorie e alle architetture funzionali
1.9. I giudizi collettivi fuorvianti la “razionalità limitata” di Herbert Simon
2. Logica, incertezza funzionale e abduzione, moduli, neuroimmagini
2.1. Introduzione
Inserto #2. Un po’ di regole di logica proposizionale per sostenere le diverse argomentazioni critiche
2.2. L’applicazione della logica alle fallacie cliniche e sperimentali
Inserto #3. Le tre fasi del ciclo inferenziale: deduzione, induzione, abduzione
2.3. Un’importante riflessione di Denckla (1996) stigmatizza le confusioni tra i livelli che sorgono in neuropsicologia
Inserto #4. Ancora errori metodologici, errori epistemici e ipotesi nulla
Inserto #5. Logica e neuropsicologia. Due tipi di diagnosi e la possibilità inconsapevole di affermare il falso nelle relazioni
2.4. La trasformazione del concetto di modulo in neuropsicologia. Modularità forte e massiva, automaticità, doppie dissociazioni, cronometria mentale e neuroimaging
2.5. Breve excursus storico: dalla “modificabilità separabile” alle doppie dissociazioni
2.6. Modularità massiva, gradienti di modularità, embodied cognition
2.7. Le leggi della penetrabilità modulare
2.8. Conseguenze teorico-cliniche
2.9. O è automatico o è controllato: tertium non datur?
2.10. Le ricadute dirette nell’ambito clinico
2.11. Cronometria mentale e metodo sottrattivo anche applicato alle neuroimmagini
2.12. Conclusioni
3. Alla scoperta delle funzioni esecutive
3.1. Cenni storici
3.2. Attivazioni e “risorse”
3.3. Funzioni esecutive cool e hot e autoregolazione
3.4. Prime considerazioni sugli errori di metodo dovuti alla consuetudine che non permette di affrancarsi dai giudizi collettivi (la “razionalità limitata”)
3.5. Equazioni fattoriali, costrutti, variabili latenti, comunalità, una spiegazione esemplificatrice
3.6. Il principio di indeterminazione è anche applicabile alle funzioni esecutive
Inserto #6. La fallacia dell’eccesso di analogia: il test non è la funzione
3.7. Breve storia delle criticità che emergono dai modelli che rappresentano le funzioni esecutive
Inserto #7. Il problema dell’“impurità” dei test
Inserto #8. È così difficile accettare unitarietà e separabilità tra i costrutti?
Inserto #9. Osservazioni sull’intervento dell’attenzione sostenuta sia nei test che misurano i processi centrali, sia nelle prove che misurano i sistemi modulari
3.8. L’utilizzo del termine “inhibition”
Inserto #10. Due storielle per raccontare l’incongruenza dell’inibizione attiva
3.9. L’incertezza funzionale nei test è riportata chiaramente in letteratura
Inserto #11. La tredicesima pecora
3.10. Sintesi sull’inquadramento delle funzioni esecutive
4. Memoria di lavoro: modelli in evoluzione, trattamenti e circuiti neuronali
4.1. Memoria di lavoro, molti modelli un solo nome: una delle funzioni esecutive o l’Executive Attention multicomponenziale?
4.2. La memoria di lavoro secondo Pascual-Leone
Inserto #12. Alcune osservazioni collegano i circuiti cerebrali con diversi tipi di memoria e di attenzione
4.4. Il modello della WMC e dell’Executive Attention di Engle, Kane e Tuholski
4.5. Prime riflessioni riassuntive su WMC ed Executive Attention
Inserto #14. Ancora riflessioni sui trattamenti e sulle applicazioni nella didattica
4.9. Correlati neuronali dei circuiti dell’attenzione esecutiva e della memoria di lavoro
5.2. Una visione sommaria dei tipi di attenzione e di alcuni test utili per indagare
5.4. Un secondo modello d’interazione tra sistemi specifici e centrali
5.5. Conclusioni e compendio attraverso la lettura di Brown (2006): funzioni esecutive, ADHD, modelli e analisi critiche
ii. Riflessioni su Carl Gustav Jung e sull’incontro Oriente-Occidente
iii. Lo stato di “flusso”, l’intuizione e la creatività hanno bisogno della “forma” per esprimersi
iv. Applicazione dei modelli cognitivi al teatro di improvvisazione che deriva dalla commedia dell’arte
v. Presentazione di alcuni lavori sperimentali
vi. Breve “dodecalogo sui trattamenti”