Ognuno dei tre spettri è composto da quattro scale cliniche, che garantiscono una misurazione bilanciata della psicopatologia a livello degli spettri. Le 12 scale cliniche sono una misura diretta di specifici disturbi:
Internalizzante (INT)
- Depressione (DEP)
- Ansia (ANX)
- Ansia Sociale (SOC)
- Stress Post-Traumatico (PTS)
Esternalizzante (EXT)
- Problemi di Alcol (ALC)
- Aggressività Grave (AGG)
- Antisocialità (ANTI)
- Problemi di Droga (DRG)
Compromissione della Realtà (RI)
- Psicosi (PSY)
- Ideazione Paranoide (PAR)
- Attivazione Maniacale (MAN)
- Ideazione Grandiosa (GRA).
La selezione delle scale è avvenuta sulla base della loro riconosciuta utilità clinica e della relazione con gli spettri. Questi si combinano per formare un fattore generale, denominato Indice di Psicopatologia Generale (GPI), che fornisce una stima della gravità complessiva della psicopatologia del paziente. Questa organizzazione integrata consente a SPECTRA di valutare la psicopatologia a diversi livelli, a partire da quelli più specifici (per es., i costrutti clinici), passando per quelli più ampi (gli spettri), per arrivare, infine, a un fattore globale (per es., GPI).
Scale supplementari e indici di validità
Al fine di migliorare l’utilità clinica dello strumento, sono state inserite tre scale supplementari, che valutano le Preoccupazioni Cognitive (COG), il Funzionamento Psicosociale (PF) e l’Ideazione Suicidaria (SUI), sia una scala di Frequenza (INF – Bassa Frequenza) che permette di verificare la validità delle risposte, sia un Indice di Classificazione del Profilo (PCI) che si può impiegare come un indicatore dello stile di risposta.
Il fattore p e il modello gerarchico di SPECTRA
I disturbi mentali sono stati tradizionalmente visti come condizioni distinte, episodiche e categoriche. Questa visione è stata messa in discussione dall’evidenza che molti disturbi si presentano in comorbilità, sono ricorrenti/cronici ed esistono su un continuum. Utilizzando uno studio longitudinale su 1037 soggetti, Avshalom Caspi e coll. (2014) hanno esaminato la struttura della psicopatologia, tenendo conto della dimensionalità, della persistenza, della co-occorrenza e della comorbilità sequenziale dei disturbi mentali nel corso di 20 anni, dall'adolescenza alla mezza età. I disturbi psichiatrici già spiegati da tre fattori di ordine superiore (internalizzazione, esternalizzazione e disturbo del pensiero o compromissione della realtà) (gli spettri di SPECTRA), possono essere ancor meglio descritti con un’unica dimensione di psicopatologia generale, che gli autori hanno chiamato fattore p (l’indice di psicopatologia generale di SPECTRA), perché concettualmente parallela a una dimensione familiare in psicologia: il fattore g dell'intelligenza generale. Punteggi p elevati sono associati a maggiore disagio psicologico, maggiore familiarità, storie evolutive peggiori e funzioni cerebrali maggiormente compromesse nei primi anni di vita. Il fattore p spiega perché è difficile trovare cause, conseguenze, biomarcatori e trattamenti specifici per i singoli disturbi mentali.
L’approccio diagnostico bottom up come quello offerto da SPECTRA, cha parte dalla valutazione delle dimensioni più specifiche (le scale), sale a quelle di ordine superiore (gli spettri), e giunge al fattore sovraordinato (GPI), aiuta il clinico a muoversi all’interno di questo nuovo paradigma, basato su una lettura dimensionale della psicopatologia.
Il modello di valutazione gerarchica di SPECTRA